Centro storico- Piazza Venezia- adiacente Palazzo Grazioli proponiamo in affitto un attico (ESLUSA ATTIVITA' RICETTIVA) molto particolare con una terrazza da cui si gode una vista mozzafiato sulla zona più bella di Roma completamente ristrutturato con particolare cura e con materiali di qualità con un magnifico parquet intarsiato misura 260 mq ed è composto da tre camere, quattro bagni, due saloni e due cucine , il canone mensile è di € 5.000. Palazzo Grazioli, come lo vediamo oggi, è il frutto delle numerose modifiche e restauri compiuti nei secoli dalle nobili famiglie romane che vi hanno risieduto. Secondo alcune fonti antiche, si parla di un palazzo eretto nel corso del ‘500 da Giacomo Della Porta per la famiglia Ercolani nel Rione Campo Marzio, zona ricca di reperti archeologici della Roma antica. Negli anni tra il 1645 e il 1650, vi si stabilì la famiglia di Alessandro Gottifredi, generale della Compagnia di Gesù, che fece effettuare un radicale restauro dell’edificio dall’architetto Camillo Arcucci.
All’inizio dell'800, il palazzo divenne la residenza dell'Ambasciatore d'Austria, il Conte di Kevenhüller, e poi dell'Infanta di Spagna, Maria Luisa di Borbone-Spagna Duchessa di Lucca. La facciata del palazzo è decorata da paraste con capitelli che al centro recano delle teste leonine, motivo che richiama lo stemma araldico della famiglia Gottifredi. Al centro della facciata si apre il maestoso portale sormontato da una grande testa di leone e fiancheggiato da due colonne di ordine dorico in granito grigio che sorreggono un balcone balaustrato su cui si apre una finestra con timpano ad arco che reca lo stemma dei Grazioli in mosaico. Al primo piano tra via della Gatta e piazza Grazioli c’è una piccola perla sconosciuta ai più. Ma se alzate lo sguardo verso il cornicione, eccola lì: una gatta di marmo - a grandezza naturale - vi guarda dall’alto del suo punto di osservazione privilegiato sulla città, desiderosa di raccontare la sua storia che inizia più di 2000 anni fa nell’antico Tempio di Iside e Serapide. Nel 1874, in occasione del restauro di Palazzo Grazioli, la piccola scultura, che probabilmente rappresentava Bastet, la divinità femminile egizia con le sembianze di gatta, fu presa e spostata dove si trova oggi, e da allora ha ispirato tre diverse leggende. La prima dice che una gatta della zona, vagabondando di notte, accortasi di un principio d’incendio, con i suoi miagolii ripetuti avesse allertato e salvato tutto il vicinato. La seconda, invece, racconta di una bambina che stava per cadere dal cornicione: la gatta, miagolando, avrebbe avvertito la madre ed evitato la tragedia. La terza, che è anche quella più fantasiosa: la gatta punta il suo sguardo in direzione di un tesoro nascosto che però nessuno ha mai trovato.