Appartamento venita Genova centro. Solare 7°PIANO BALCONATISSIMO (ascensore) in prestigioso condominio di rappresentanza. Alto e silenzioso (finestre e tapparelle nuove), soleggiatissimo: sala (BALCONE), 3 camere (BALCONI), cucina (BALCONE), 2 BAGNI (finestre), dispensa (finestra). Possibile GARAGE vicinissimo. Nella signorile via Caffaro: tutte le comodità del centro subito vicine a piedi (teatro dell'Opera Carlo Felice, piazza De Ferrari, via Garibaldi Strada Nuova con il Museo di Palazzo Bianco e il Museo di Palazzo Rosso, boutiques di via 25 aprile, bar & ristoranti, banche, farmacie, bus & metrò, taxi). ---Curiosità: anche il civico 10 di via Caffaro ha una sua storia importante: innanzitutto rappresenta un mirabile esempio di inserimento e integrazione di un solido ma aggraziato edificio moderno in cemento armato nel tessuto storico della città. D'altronde prima di esso c'erano solo i ruderi ormai irrecuperabili dell'antico e glorioso Teatro Paganini: così, poichè tutto era pressochè perduto, si decise di costruire un edificio ex-novo la cui signorilità rimanesse al livello degli antichi palazzi storici e ciò è testimoniato dal sontuoso atrio marmoreo con le due coreografiche scalinate che cingono i moderni ascensori. In aggiunta a questi particolari, il palazzo spiccava fin dall'inizio per la presenza di balconi e lunghe balconate oltre alle terrazze sul tetto e ciò costituiva un elemento di novità e modernità. Si aggiungeva, fino agli anni'80, la presenza di sedi istituzionali ai primi piani. Infine, in un'ottica di proiezione verso il futuro, il palazzo ospita al suo interno un moderno autosilos multipiano di GARAGES privati: tale struttura, pressochè invisibile dalla strada, evidenzia la grande comodità della centralissima e signorile via Caffaro. Una leggenda metropolitana narra che, dell'antico teatro Paganini, esistano ancora 2 statue originali spostate nell'androne di un altro edificio in memoria del passato perduto. Infine, la via Caffaro porta il nome di un celebre annalista genovese: il sig. Caffaro, appunto, un erudito che documentò la storia di Genova nei suoi annali (cioè diari annuali).